Un mito: Champagne Salon

Published on Novembre 3, 2020 by admin

Filed under News

Last modified Novembre 3, 2020

Print this page

rate 1 star rate 2 star rate 3 star rate 4 star rate 5 star
Your rating: none, Average: 5 (1 votes)

This article have been viewed 1370 times

Un_mito_Champagne_Salon3_Ezio_Falconi_wikichampagne.com

La fondazione si deve allo champenois Eugène-Aimé Salon, che ha modo di apprendere l’arte dello champagne dal fratellastro, chef de cave presso una piccola realtà.
Si dedica al commercio del pellame con grande successo e, anni più tardi, con i proventi, acquista un vigneto a Le Mesnil. Infatti, Aimé non ha mai dimenticato né la terra d’origine, né lo splendido vino che vi nasce, per questo prende forma in lui l’idea di realizzare uno champagne unico, realizzato con un solo cépage, il più pregiato: lo Chardonnay. All’inizio del 1905 Aimè produce il primo champagne Blanc de Blancs millesimato della storia ma solo per piacere personale.
La produzione è piccola e di assoluto riferimento, ma il solo vigneto di proprietà non basta, per questo Aimé stringe accordi con alcuni vigneron della zona, tuttora in essere e, nel 1911, visto l’enorme successo del suo Champagne, fonda la Maison Salon, situata a Mesnil-sur-Oger, comune Grand Cru della Côte des Blancs.
Aimè rimane alla guida della Maison fino al 1943, anno della sua morte.
La già splendida storia di Salon sfocia nel mito durante la Seconda Guerra Mondiale, perchè i nazisti asportarono dalla maison quasi tutto lo stock di bottiglie.
Tra i partigiani che aiutano gli Alleati c’è Bernard de Nonancourt, che poi si unirà all’Abbé Pierre e al generale Leclerc.
Bernard riesce ad arrivare nel famigerato Nido dell’Aquile, sulle Alpi Bavaresi, a Berchtesgaden e scopre, assieme a molti tesori rubati alla Francia, 500 mila bottiglie tra Bordeaux, Borgogna e Champagne: insomma la cantina privata di Hitler.
Tra queste c’è una partita di Salon del 1928, lo assaggia e giura che la maison Salon un giorno sarà sua e quarantatré anni dopo, nel 1988, ci riesce.
L’ex partigiano, diventato famoso con l’azienda di famiglia, Laurent Perrier, diventa così il giusto custode della più elitaria etichetta di Champagne.
Ad oggi Salon continua a essere una delle poche maison a produrre una sola etichetta e solo in annate eccellenti.
Le uve delle annate non considerate degne della produzione del Salon millesimato vengono impiegate per produrre champagne con il marchio Delamotte, azienda “sorella” della Salon dal 1991.

“Un vitigno, un’annata, un terroir “
Come si distinguono gli champagne Salon dalle altre case? Per Xavier Thuizat, capo sommelier dell’Hôtel de Crillon, “Salon è l’interpretazione dello Champagne nella sua espressione più pura e raffinata. Questa è l’identità di una grande città, forse la più grande che esista nello champagne, Le Mesnil-sur-Oger”. Dietro questa nozione di “purezza “, c’è la specificità dello sviluppo di Salon. “Tutto è uno: Un vitigno, un’annata, un terroir”, Riassume Didier Depond, presidente di Salon da vent’anni a questa parte. La Maison produce un solo vino, annata, testa di cuvée, Blanc de blancs (vale a dire prodotto solo da vitigni Chardonnay), dal giardino Salon di circa1 ettaro (2,5 acri) di vigneto e altri 19 appezzamenti in mano ad alcune famiglie di vigneron a contratto con vigneti a Le Mesnil-sur-Oger, che conferiscono le uve a Salon sin dalla prima bottiglia. Queste viti hanno un’età media di circa 25 anni, e alcune che hanno un’età di 40 anni. All’estremo opposto di uno champagne d’annata come Le Grand Siècle di Laurent-Perrier [il gruppo Laurent-Perrier è proprietario di Salon dal 1988, ndr] che è un prodotto puro miscelato, composto da cento vini e tre annate, nella grande tradizione dell’arte dello Champagne. E ora, con quasi quattordici anni di invecchiamento, contro i dieci anni degli anni ’90, Salon sa come prendersi il suo tempo. Questo permette di ottenere vini “d’une propreté et d’une netteté”!
Salon oggi produce circa 60.000 bottiglie nelle sole annate ritenute idonee dallo chef de cave Michel Fauconnet (lo stesso di Laurent-Perrier), che ha ricevuto il testimone nel 2004 da Alain Terrier. Il vino non svolge mai malolattica, rimane sui lieviti per non meno di 10 anni e, dopo il dégorgement, il dosage è mantenuto basso, 4/5 g/l, da extra brut.
Le vendemmie dalla sua prima uscita sono:
1921, 1925, 1928, 1934, 1937, 1943, 1945, 1946, 1947, 1948, 1949, 1951, 1952, 1953, 1955, 1959, 1961, 1964, 1966, 1969, 1971, 1973, 1976, 1979, 1982, 1983, 1985, 1988, 1990, 1995, 1996, 1997, 1999, 2002, 2004, 2006, 2007 e 2008 in solo formato magnum (150cl).

 

Lascia un commento o suggerisci una modifica