David Léclapart

Published on Luglio 13, 2014 by admin

Filed under Produttori e marchi

Last modified Luglio 13, 2014

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R. M.

Champagne David Léclapart

David Léclapart

Rue de la Mairie 10
TÉL : 03.26.57.07.01 – FAX : 03.26.57.07.01
51380 Trépail

 

Ettari vitati coltivati totali di proprietà : 2 ettari e 85 are, sparpagliati in ben 22 appezzamenti, tutti nel comune di Trépail, Premier Cru della Montagne de Reims.

 

Vitigni: L’87% delle vigne Léclapart è piantato a bacca bianca, mentre 40 are sono dedicate al Pinot Noir. Il Pinot Meunier è totalmente assente da Trépail. Il suolo è di tipo argillo-limoso e il sottosuolo tipicamente gessoso. I principali appezzamenti del domaine, gestiti in locazione o con contratto di mezzadria, sono per lo Chardonnay: la Pierre Saint-Martin, selezione massale piantata nel 1946; lo Chemin de Billy, selezione massale risalente agli anni cinquanta; la Côte des Prés, piantata negli anni settanta; Les Ruelles, nel 1992. Per il Pinot Noir: lo Champ Genvray, piantato nel 1952; la Fleurane, 1968; les Fervins, 1997; lo Champran, 2001.

 

Numero medio di bottiglie commercializzate in un anno: 10.000

 

LA GAMMA DEI VIN

Champagne David Léclapart

 

Champagne David Léclapart Extra-Brut Cuvée l’Amateur Blanc de Blancs

Assemblaggio: 100% Chardonnay della vendemmia 2009. I mosti sono ottenuti esclusivamente dalla prima spremitura. La fermentazione alcolica viene svolta in acciaio. La vinificazione viene effettuata con l’utilizzo della fermentazione malolattica. Circa 12 mesi di sosta sui sedimenti prima del tirage. Imbottigliamento agosto 2010. 36 mesi di soggiorno sui lieviti e 6 mesi di riposo dopo la sboccatura. Dosaggio della liqueur: 0 g/L. Le bottiglie prodotte sono state 3.000.

Champagne David Léclapart Extra-Brut Cuvée l’Artiste Blanc de Blancs

Assemblaggio: 100% Chardonnay della vendemmia 2009. I mosti sono ottenuti esclusivamente dalla prima spremitura. La fermentazione alcolica viene svolta sia in acciaio, il 50%, sia in barriques, l’altro 50%. La vinificazione viene effettuata con l’utilizzo della fermentazione malolattica. Circa 12 mesi di sosta sui sedimenti prima del tirage. Imbottigliamento agosto 2010. 36 mesi di soggiorno sui lieviti e 6 mesi di riposo dopo la sboccatura. Dosaggio della liqueur: 0 g/L. Le bottiglie prodotte sono state 3.000.

Champagne David Léclapart Extra-Brut Cuvée l’Apôtre Blanc de Blancs

Assemblaggio: 100% Chardonnay da un’unica parcella innestata e piantata nel 1946, denominata “Pierre Saint-Martin” della vendemmia 2009. La fermentazione alcolica viene svolta completamente in barriques. La vinificazione viene effettuata con l’utilizzo della fermentazione malolattica. Circa 12 mesi di sosta sui sedimenti prima del tirage. Imbottigliamento agosto 2010. 36 mesi di soggiorno sui lieviti e 6 mesi di riposo dopo la sboccatura. Dosaggio della liqueur: 0 g/L. Le bottiglie prodotte sono state 3.000.

Champagne David Léclapart Extra-Brut Rosé Cuvée l’Alchimiste

Assemblaggio: 100% Pinot Noir della vendemmia 2009. I mosti sono ottenuti esclusivamente dalla prima spremitura. Breve macerazione delle bucce nel mosto prima della fase fermentativa (18/24 ore). La fermentazione alcolica viene svolta in barriques. La vinificazione viene effettuata con l’utilizzo della fermentazione malolattica. Circa 12 mesi di sosta sui sedimenti prima del tirage. Imbottigliamento agosto 2010. 36 mesi di soggiorno sui lieviti e 6 mesi di riposo dopo la sboccatura. Dosaggio della liqueur: 0 g/L. Le bottiglie prodotte sono state 1.000.

 

La biodinamica è l’unico tipo di coltura agricola che, con l’aiuto del contadino, unisce le forze del cielo e della terra. È praticata su tutta la tenuta con precisione e rigore affinchè le uve siano colme di forze solari e terrestri. La potatura e tutti i lavori in vigna seguono i grandi ritmi naturali (calendario Maria Thun). La vendemmia è decisa in prossimità dell’optimum tenendo conto di un approccio empirico (colore delle bucce e dei vinaccioli) e analitico (zucchero, acidi, pH). Lo zolfo, il rame e la calce permettono di combattere le malattie criptogamiche e i vermi dell’uva, mentre per gli altri predatori (acari, cicaline, tignole), aiutano David gli uccelli, poiché, grazie alla presenza d’erba nelle vigne, a questi vengono offerti “vitto e alloggio”. Il suolo delle vigne è ricoperto d’erba di diverse specie, per ricostruire una struttura graduata che crea un nuovo spazio di vita (fauna ausiliare, piccoli funghi, vita microbica), tutto questo per amplificare la “musica biodinamica” e favorire la creazione dell’humus, fonte di fertilità, di forza di vita, di porosità e di immunità. In questo modo, i concimi, poco importa di quale formula (minerali, organo-minerali o organici), sono banditi in modo da lasciar traspirare il terroir fino nel bicchiere. Il basalto (roccia vulcanica) è utilizzato ogni tanto poiché ricco di oligoelementi. I principi che regolano il lavoro in cantina sono identici a quelli della vigna: precisione, rispetto della vita e dei suoi ritmi, ricerca della purezza. Per questo, l’uso della botte è primordiale (forma e materia). Tutti i lavori e le pratiche enologiche sui vini devono restare semplici per accarezzare la purezza e preservarla. Torchiatura tradizionale, aggiunta di una soluzione solforosa la più discreta possibile, chiarificazione statica, lieviti indigeni, nessun passaggio a freddo o surriscaldamento della cantina, nessuna inseminazione con batteri lattici, nessuna colla ne filtraggio. La tecnologia è accettabile solo se permette di conservare l’essenza del vino. Il travaso e l’imbottigliamento sono effettuati seguendo i ritmi lunari. La fermentazione malolattica è sistematica poiché permette di stabilizzare i vini e limitare l’utilizzo dello zolfo. Inizia spontaneamente e in modo variabile a dipendenza dell’annata, questo comporta un imbottigliamento tardivo ( in agosto/settembre dell’anno seguente). Vinificazione senza alcun assemblaggio di annate.

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