Le peculiarità degli Champagne

Published on Aprile 1, 2013 by admin

Filed under Le peculiarità degli Champagne

Last modified Agosto 9, 2013

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In commercio troviamo disparate varietà di Champagne, commercializzate in bottiglie differenti, con etichette ed involucri diversi e con differenti prezzi tutte comunque, prodotte ed imbottigliate in zona d’origine. Con il termine Champagne si intende in gran parte l’unione, in percentuali diverse che variano da produttore a produttore, di tre differenti uve coltivate, nella stragrande maggioranza dei casi, in disuguali aree ben circoscritte e, una volta vinificate, con diversi periodi di affinamento e maturazione. C’è da osservare anche che, in maniera notevolmente minore, vengono prodotti Champagne ottenuti utilizzando uno o solo due dei tre vitigni principali (Blanc de Blancs e Blanc de Noirs) o, altrimenti, Champagne ottenuti dalla vinificazione di uve provenienti da un solo appezzamento vitato (parcelle) o un’unica vigna cintata (Clos), o Champagne elaborati con le uve di una singola vendemmia (millésimée), oppure Champagne ottenuti con le sole uve provenienti da zone champenois più vocate (Grand Cru o Premier Cru) e infine, in base al colore, troviamo lo Champagne con molteplici tonalità paglierine e con differenti sfumature rosa.

  • Il titolo alcolometrico

Dal primo maggio 1988 il produttore è obbligato a menzionare in etichetta la percentuale volumetrica del grado alcolico che dovrà avere un minimo di 10% di alcol in volume sino ad un massimo di 13% di alcol in volume. Il legislatore lascia uno 0.8% di scarto in più o in meno  a discrezionalità del produttore conseguentemente se, a esempio, il grado ufficiale analizzato è di 10,6%, sull’etichetta potrà essere inserito indifferentemente 10%, oppure 10,5% o 11% alcol in volume. Generalmente gran parte degli Champagne offerti hanno un titolo alcolometrico di 12% volume.

  • In base al tenore zuccherino (grammi per litro) della `Liqueur d’expédition”

Brut Nature

Possiede da 0 a 3 g/l di zucchero residuo. Si tratta di un vino non sottoposto a dosaggio. Può essere chiamato anche Brut 100%, Brut 0, Brut sauvage, Ultra Brut e Brut intégral. È il più secco degli Champagne e rappresenta  l’aperitivo ideale.

Extra Brut

Possiede da 0 a 6 g/l di zucchero residuo. Si tratta di un vino che fruisce di un infinitesimale dosaggio. È notevolmente secco anche questa versione di Champagne e rappresenta anch’egli un ideale aperitivo.

Brut

Possiede zucchero residuo inferiore o pari a 15 g/l. Gli intenditori lo apprezzano soprattutto come vino da inizio pasto: va infatti benissimo insieme a risotti, a piatti di pesce e a carni bianche.

Extra Dry

Possiede zucchero residuo da 12 a 20 g/l. È  indicato con gelati o semifreddi spumosi.

Sec

Possiede zucchero residuo da 17 a 35 g/l. Viene consigliato con dessert non dolci.

Demi-Sec

Possiede zucchero residuo da 33 a 50 g/l. Viene proposto con alcune varietà di frutta o piccola pasticceria.

Doux

Possiede zucchero residuo superiore a 50 g/l. Viene suggerito con dessert o fine pasto.

Crémant

Esisteva anche un’altra versione denominata Crémant ma, a partire dal 31 agosto 1994 (direttiva CEE n° 2045/89 del Consiglio Europeo del 14/06/1989), tale definizione non può più essere utilizzata. Era anch’esso un vino elaborato con il metodo classico di rifermentazione in bottiglia ma in modo da sviluppare meno anidride carbonica; di conseguenza meno spumeggiante dello Champagne tradizionale.

  • In base ai vitigni utilizzati 

Brut Blanc de Blancs (Bianco dei Bianchi) o Brut Chardonnay: a differenza dello Champagne tradizionale, che viene prodotto amalgamando tra loro vini da uve bianche e rosse, il Blanc de Blancs, come dice il nome, è prodotto solo (100%) con uve bianche Chardonnay coltivate in differenti zone champenois. È consigliato come aperitivo.

Brut Blanc de Noirs (Bianco dei Rossi): è prodotto unicamente vinificando in bianco le due uve rosse (Pinot Noir e Pinot Meunier) coltivate in differenti zone champenois. Può essere prodotto amalgamando tra loro i suddetti vini, in percentuali diverse che variano da produttore a produttore oppure, offerto al consumatore con l’uno o l’altro vitigno (100% Pinot Noir o 100% Pinot Meunier) coltivati in differenti zone champenois.

  • Il base al colore

Rosé: è una varietà di Champagne che ha l’autorizzazione ad essere ottenuto in diversi modi. Il più utilizzato è il ” Rosé d’assemblage” prodotto aggiungendo alla cuvée base, (che può essere costruita da Blanc de Blancs o Blanc de Noirs o l’assemblaggio di vini ottenuti dai tre vitigni) una percentuale che varia da 10 al 20% di vino a bacca rossa vinificato in rosso (méthode mélange). È consentito anche mescolare vino rosso al “liqueur d’expédition” prima della sua immissione in bottiglia per la “prise de mousse”. Un altro sistema  (méthode de saignée)  è il metodo con il quale il vino riceve il colore rosa grazie alla macerazione delle bucce a bacca nera del Pinot nero o del Pinot Meunier o entrambi nel mosto per un periodo che varia da 6 a 12 ore ed oltre. Durante questa parziale fermentazione le vinacce nere rilasciano le loro sostanze coloranti. È possibile anche ottenere una varietà di Rosé aggiungendo alla cuvée bianca di base, un vino ottenuto dalla torchiatura prolungata, di grappoli di uve rosse. La mescola finale offrirà un Rosé scarico, quasi grigio, definito “Rosé de Noirs”. Questo leggero colore ricorda le nuance del “oeil de perdrix” o occhio di pernice, una tipologia di Champagne vecchia maniera, ottenuto sempre dalla mescola dei tre vitigni principali, ma con una macerazione breve delle uve a bacca rossa, nella delicata fase della fermentazione. Colore che richiama anche l’antenato del Blanc de Noirs, quello ottenuto da uve rosse ma con tecnologie enologiche antiquate. I molteplici Rosé offerti al consumatore sono consigliati come aperitivo, oppure per accompagnare i formaggi non piccanti o a fine pasto.

  • Il base all’annata

La stragrande maggioranza dello Champagne posto in commercio viene definito Sans Année (senza anno) cioè frutto di un assemblaggio di annate diverse. Quando in etichetta e sul turacciolo viene menzionato l’anno o millesimo (millésime) questo indica l’anno di vendemmia. Per Champagne millesimato si intende un vino ottenuto da una vendemmia particolarmente fortunata, per le condizioni climatiche che hanno portato i grappoli ad una maturazione giudicata ottimale. Proprio questa ragione fa sì che i millesimati abbiano una personalità diversa ogni anno, perché rispecchia le condizioni climatiche dell’annata e le caratteristiche qualitative delle uve di quella specifica vendemmia. La scelta, dopo aver giudicato la vendemmia ottimale, è patrimonio del responsabile delle vigne che, una volta deciso, dovrà trattenere per legge il 20% della cuvée elaborata in quell’anno per costituire delle riserve di qualità, le quali equipaggeranno a loro volta elementi organoletticamente validi per assemblaggi futuri. Ciò che distingue il prodotto finale di queste vendemmie dagli altri Champagne delle cuvée tradizionali è che i millesimati derivano dall’assemblage di vini solo ed esclusivamente di quel certo anno e non sono elaborati con vini di annate diverse, come invece normalmente avviene. Per questo sul tappo e sull’etichetta i millesimati riportano l’indicazione dell’annata della vendemmia (il millesimo appunto). Inoltre nessun millesimato può venire messo in commercio prima che siano trascorsi almeno tre anni dalla vendemmia. Di solito in Champagne, però, i millesimati sono invecchiati per almeno 5 anni. In questi ultimi anni vengono anche proposti al mercato Champagne d’annata notevolmente longevi ma “sboccati di recente” che essendo rimasti a riposare sui sedimenti per parecchi anni, accrescono notevolmente il già ricco patrimonio organolettico.

  • Il base al Cru

Quando il produttore di Champagne utilizza uve provenienti esclusivamente dai diciassette comuni identificati Grand Crus o dai quarantuno comuni identificati Premiers Crus, uve queste reputate qualitativamente superiori, egli può menzionare in etichetta la provenienza e migliore qualità del prodotto finito.

  • Il base alla qualità 

La stragrande maggioranza dei produttori offrono al consumatore, come succitato, una ampia gamma di versioni di Champagne. Partendo da una cuvée base definita Sans Année (senza anno), si arriva, dopo diverse caratterizzazioni di cuvée, al prodotto di punta chiamato Cuvée Prestige. Questa è costituita principalmente da uve più pregiate, provenienti da zone o vitigni più stimati e unita da millesimi giudicati eccellenti. In ogni caso non esistono regole o prescrizioni da parte di nessun ente o istituto di tutela. Ogni produttore può utilizzare designazioni definite di fantasia (Extra, Supérieur, Réserve, Grand, Spécial, Sélection Particulier, ecc.), oppure dedicare una o più cuvée a personaggi o luoghi storici e adoperare bottiglie di forma o foggia particolare utilizzando più o meno raffinate confezioni. Tutto aiuterà la commercializzazione del prodotto. La garanzia è data innanzitutto dal termine “Champagne” che è sinonimo di prodotto di qualità, poi dalla conoscenza del singolo produttore o dalla capacità dello chef de cave della grande Maison.

  • In base alla categoria professionale

La viticoltura e l’elaborazione dei vini occupa circa 31.000 persone di cui 14.800 sono coltivatori diretti. Fra questi, le maison più co­nosciute rappresentano circa il 10%, ma i due terzi delle bottiglie vendute sul mercato provengono dalle loro cantine. Gli altri sono dei piccoli e anche piccolissimi produttori che nel corso de­gli ultimi anni hanno preferito lavorare direttamente le proprie uve invece di venderle alle grandi maison. A tal proposito dall’etichetta si può sapere se il proprietario delle uve ha anche imbottigliato il vino oppure se le diverse fasi del procedimento sono state svolte da aziende diverse. L’immatricolazione professionale viene attribuita dal C.I.V.C. ( Comité Interprofessionnel du vin de Champagne) e viene indicata in etichetta da due lettere:

N.M.

Négociant Manipulant corrispondente al contrassegno numerico 262 posto in etichetta: operatore commerciale chiamato ancora Maison de Négoce (Casa commerciale)  che possiede o non le vigne, che raccoglie o ac­quista uve, mosti o vini base ed elabora Champagne in cantine di proprietà. Questa categoria professionale rappresenta circa il 10% degli operatori champenois e controlla oltre il 50% del mercato totale dello Champagne.

R.M.

Récoltant Manipulant corrispondente al contrassegno numerico 2182 posto in etichetta: coltiva ed elabora le proprie uve, segue tutto il processo produttivo, imbottiglia e commercializza la propria gamma di Champagne. Questa categoria professionale rappresenta quasi il 37% degli operatori champenois.

R.C.

Récoltant Coopérateur corrispondente al contrassegno numerico 2911 posto in etichetta: è un viticoltore aderente ad una cooperativa che coltiva vigne proprie, convoglia le uve all’impresa collettiva che le elabora insieme a quelle degli altri soci e restituisce il vino imbottigliato (prima o dopo la sboccatura) al produttore che penserà alla sua commercializzazione. Questa categoria professionale rappresenta quasi il 49% degli operatori champenois.

C.M.

Coopérative de Manipulation: rappresenta una impresa collettiva in cui solitamente confluiscono le uve dei soci, che, generalmente, ne elaborano le uve e, in alcuni casi, ne commercializzano i vini. Esistono varie tipologie di cooperative. Su un totale di 147 cooperative insediate sul territorio champenois, solo 48 di queste commercializzano il vino elaborato. Alcune cooperative torchiano le uve e, il mosto ottenuto con i suoi residui, viene  restituito all’aderente che decide di procedere alla sua lavorazione o cederlo a produttore terzo. Altre vinificano il mosto prima di restituirlo al proprietario che deciderà in proprio il suo utilizzo. Altre ancora eseguono ulteriori passaggi produttivi, restituendo al coltivatore il prodotto quasi finito. Infine alcune cooperative effettuano tutti i passaggi produttivi sino ad arrivare all’imbottigliamento, all’etichettatura e all’imballaggio, per poi consegnare il prodotto finito all’aderente che penserà in proprio alla sua commercializzazione.

S.R.  

Société de Récoltants corrispondente al contrassegno numerico 4 posto in etichetta: organizzazione di più coltivatori che raccolgono ed elaborano le uve in società per avere più possibilità di assemblaggio e commercializzazione.

N.D.

Négociant Dìstributeur: operatore che compra Champagne già imbottigliato, lo etichetta nella propria sede con il proprio nome o con il proprio marchio e lo commercializza.

M.A.

Marque Auxiliaire, Marque d’acheteur o Marque autorisée corrispondenti al contrassegno numerico 2994 posto in etichetta e nel gergo internazionale BOB (Buyers Own Brand) : rivenditore che indica il proprio marchio sull’eti­chetta, ma non elabora lo Champagne. Può essere un enoteca, un ristoratore o un rivenditore in generale che decide di vendere con proprio nome o nome di fantasia il “suo” Champagne che avrà acquistato in origine da una Coopérative de Manipulation o da un Récoltant Manipulant o da un Négociant Manipulant.

 

2 Commenti

  1. Anthony DiNozzo

    il “Brut Nature” corrisponde al “pas Dosè”?

    Luglio 19, 2014 - 9:40 pm – Reply

    • admin

      esatto Anthony, zero liqueur d’expedition. Il Brut nature o pas dosé è esclusivamente vino.
      Nuovamente,
      Ezio Falconi

      Luglio 20, 2014 - 7:40 am – Reply

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